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Decesso di un paziente in P.S. Infermieri condannati per non aver denunciato l’iperafflusso con richiesta di maggior personale

Annullata l’assoluzione per due Infermieri, accusati per il decesso di un pazienti al Pronto Soccorso.

Come si suol dire..dopo il danno pure la beffa… Questa è purtroppo la sentenza della Cassazione Penale IV Sez. n. 11601 del 19 marzo 2015, dove 2 infermieri si sono visti annullare l’assoluzione in appello.

Nello specifico in primo grado erano stati giudicati colpevoli.

Uno per aver sbagliato codice al triage (verde anziché giallo). L’altro (al turno di notte), per la mancata rivalutazione delle condizioni del paziente. In appello l’assoluzione, anche perché veniva constatato l’eccezionale afflusso di persone in quel giorno.

Ma per la Cassazione l’affollamento non è una scusante anche perché doveva essere lo stesso personale di PS a dare l’allarme e chiedere rinforzi.

Dopo alcune valutazioni sul mancato riconoscimento del nesso di causa da parte dei giudici di appello, la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione e ha rinviato gli atti sempre alla Corte di Appello per la rivalutazione dei comportamenti posti in essere con particolare riferimento alla mancata rivalutazione e al nesso di causa stesso limitatamente al comportamento dell’infermiere del turno pomeridiano.

La vicenda giudiziaria, dunque, non si è conclusa ma il principio di diritto sopra riportato sull’insufficienza del personale del pronto soccorso per fare fronte a “eccezionali afflussi” e i comportamenti conseguenti da adottare è già un principio di giurisprudenza.

Nel caso specifico, se i 2 colleghi avessero segnalato la difficoltà nell’assistere i pazienti presenti in PS chiedendo più personale con una segnalazione scritta, adesso sarebbero stati assolti, visto che la Cassazione non ha accettato come scusante l’iperafflusso in PS, se questa non risulta correttamente denunciata.

Sentenza Corte di Cassazione

Fonte: coinanews

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