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Coronavirus. Infermieri in trincea: L’emergenza è il pane quotidiano della Rianimazio­ne

Coronavirus. Infermieri in trincea: L’emergenza è il pane quotidiano della Rianimazio­ne

di La Redazione
Pubblicato il: 12/03/2020 SU INFERMIERISTICAMENTE

“L’emergenza è il pane quotidiano della Rianimazio­ne”

Con una frase che suona come una dichiarazione di guerra al coronavirus, il repar­to di Rianimazione dell’ospeda­le di Rovigo si prepara a fron­teggiare le complicazioni più gravi del Covid-19.

Com’è noto, la sintomatologia più grave del coronavirus è l’insufficienza respiratoria che nei casi più gravi deve essere trattata con mac­chine per la ventilazione, con i pazienti intubati e in posizione prona. Un primo paziente posi­tivo al coronavirus è stato tra­sferito da Malattie infettive a Rianimazione proprio nella se­rata di sabato.

L’Infermiere. G.B. in servizio presso il reparto di Rianimazione, ci racconta l’aria che si re­spira all’interno dell’unità operativa: “Siamo un reparto di urgenza-emergenza e questo fa di noi un team pronto, per definizio­ne, ad affrontare anche le eve­nienze come quella cui stiamo assistendo in questo periodo”.

“Il trattamento del paziente affetto da coronavirus o sospet­to, – spiega l’infermiere – prevede protocolli specifici, sui quali ci formiamo ogni giorno. Ci sono procedure che noi infermieri dobbiamo conoscere alla perfe­zione e sui quali ci prepariamo anche in assenza di pazienti in trattamento, con il coordina­mento dell’equipe medica. Ci sono modalità specifiche di iso­lamento, procedure per la sve­stizione e la vestizione, siamo chiamati a rispettare determi­nate regole anche quando è ri­chiesta la nostra presenza in al­tri reparti per urgenze intra-ospedaliere. Ma questo av­viene sempre, è la “normalità” di questo reparto”.

“Per chi non ha una formazio­ne di emergenza-urgenza, è difficile comprendere il mondo della Rianima­zione, un luogo in cui le proce­dure di protezione delle vie ae­ree è già di per sé una prescri­zione perché ci sono pazienti delicatissimi da gestire”.

“Gli in­fermieri in generale, non solo nel nostro reparto, costituisco­no la prima linea in questa bat­taglia perché il paziente trova l’infermiere come primo con­tatto e primo interlocutore – continua G.B. – la realtà di oggi è che il virus sta mettendo ulte­riormente alla prova gli infer­mieri che sono pochi e lavora­no sempre a pieno regime”, con­clude l’infermiere con una ri­flessione suffragata anche dal sindacato NurSind.

Nicola Franco, segretario territoriale del sindacato delle professioni infermieristiche NurSind di Rovigo. “Speriamo che al termine dell’emergenza. l’enorme contributo de­gli infermieri sarà ricordato e soprattutto premiato a livello nazionale”.

“Tutti ci accorgia­mo dell’importanza del perso­nale Infermieristico, – afferma Franco – OSS. Tecnico Sanitario e Medico, la più grande risorsa impegnata nella gestione di questa emergenza. Visto il momento eccezionale che stiamo vivendo nella no­stra provincia e su tutto il terri­torio nazionale, sono fermamente convinto che sia il mo­mento di riconoscere a queste figure professionali i loro meri­ti non sufficientemente ricono­sciuti dal contratto 2016-2018. Riconosciamo all’ULSS 5 gli sforzi nella ricerca di persona­le qualificato, spero che per la nostra categoria venga dimo­strato nei fatti il valore del suo lavoro anche quando il periodo di tempesta terminerà”.

Per quanto riguarda la dispo­nibilità di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva, l’ULSS 5 ha predisposto i piani d’emergenza nel caso in cui i contagi dovessero conoscere un’impennata.

Fonte: ilgassettino.it/rovigo