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Infermieri e turni di 12ore, una tendenza crescente in tutta Europa. Quali rischi e benefici?

Il passaggio ai turni più lunghi promuove la produttività e la conciliazione vita-lavoro, ma suscita preoccupazioni per la fatica e l’idoneità a questo tipo di orario, da parte dei professionisti più anziani.

Negli ospedali di diversi paesi europei, tra cui Inghilterra, Germania e Belgio, sta prendendo piede una tendenza ad abbandonare i tradizionali turni di sette o otto ore a favore di due turni di 12 ore per il personale infermieristico. Questa nuova organizzazione lavorativa, che sta guadagnando terreno anche in Spagna, ha suscitato dibattiti e controversie tra gli operatori sanitari.

I sostenitori del passaggio ai turni di 12 ore sostengono che questa soluzione aumenti la produttività del personale e favorisca una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata, consentendo più giorni di riposo e ferie.

Secondo un sondaggio condotto su Redacción Médica, un portale di notizie sanitario, il 54% dei partecipanti ha espresso preferenza per l’organizzazione dei turni in due blocchi di 12 ore.

D’altro canto, il 46% degli intervistati si è schierato a favore del mantenimento dei turni di sette o otto ore, rifiutando categoricamente l’adozione del modello di 12 ore a tempo indeterminato. Questi infermieri sostengono che i turni più brevi facilitino la cura dei figli e ritengono che lavorare 12 ore consecutive possa essere estenuante e non adatto come pratica a lungo termine. In particolare, i servizi di pronto soccorso sono stati indicati come i meno idonei per i turni di 12 ore, a causa della pressione e dell’intensità delle cure.

Chi si è espresso a favore dei turni di 12 ore ha sottolineato come questa modalità consenta di trascorrere meno giorni in ospedale, grazie al completamento delle ore settimanali in meno tempo. Ciò permette di godere di più tempo libero per interessi personali e familiari, contribuendo a una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e privata.

Inoltre, alcuni infermieri hanno evidenziato la possibilità di organizzare meglio il lavoro e di dedicarsi alle attività ospedaliere senza avere la sensazione di essere costantemente impegnati.

Tuttavia, i critici dei turni di 12 ore sostengono che i professionisti più anziani potrebbero trovare difficoltà nel coprire turni così lunghi e intensi. La fatica accumulata e le esigenze di cura potrebbero rendere difficile sostenere queste giornate lavorative estese nel tempo. Alcuni infermieri hanno espresso preoccupazione per le sfide che questa organizzazione lavorativa potrebbe presentare in termini di salute e benessere dei professionisti con l’avanzare dell’età.

Nonostante le opinioni divergenti, l’adozione dei turni di 12 ore sembra essere una tendenza in crescita nel settore infermieristico europeo, con una crescente accettazione da parte di alcuni paesi. L’obiettivo principale di questa transizione è ridurre le interruzioni dell’assistenza sanitaria causate dai cambi di turno e migliorare la soddisfazione degli infermieri.

I sostenitori dei turni di 12 ore sostengono che questa organizzazione lavorativa offra numerosi vantaggi, tra cui una maggiore continuità nell’assistenza ai pazienti e una riduzione dei costi di trasporto per gli infermieri. Inoltre, la maggiore flessibilità oraria può favorire una migliore gestione del personale e un migliore bilanciamento tra lavoro e vita privata.

Tuttavia, è importante prendere in considerazione le preoccupazioni sollevate dai critici dei turni di 12 ore. La fatica fisica e mentale associata a un turno così prolungato potrebbe influire sulla qualità dell’assistenza fornita dagli infermieri e sulla loro salute a lungo termine. Inoltre, l’idoneità dei professionisti più anziani a coprire turni così intensi potrebbe essere un punto di discussione significativo.

Mentre la discussione su questa questione continua, è essenziale considerare attentamente gli aspetti positivi e negativi dei diversi modelli di organizzazione dei turni. Gli operatori sanitari, le istituzioni e gli organismi decisionali devono lavorare insieme per trovare soluzioni che garantiscano la qualità dell’assistenza sanitaria, il benessere dei professionisti e la soddisfazione delle esigenze dei pazienti.

 

Fonte: Infermieristicamente.it del 23/05/2023 a cura di Maria Luisa Asta.