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Infermieristica: come avviare la partita IVA,guida per studenti e neolaureati.

La libera professione non è un canale di ripiego o una alternativa a forme contrattuali di dipendenza per gli infermieri, ma rappresenta un vero e proprio binario parallelo al lavoro nel Servizio sanitario nazionale e Privato che come tale ha necessità di regole e tutele precise perché non debba trasformarsi in una trappola professionale per chi decide di sceglierla.

La popolazione invecchia e l’aumento dell’età porta a pluripatologie e bisogni di salute inevasi sul territorio dall’assistenza pubblica a cui spesso i cittadini cercano di far fronte con i propri mezzi. FNOPI ha calcolato da tempo che su oltre 16 milioni di persone che soffrono di cronicità o non autosufficienza (il 28% circa della popolazione nazionale) il bisogno sarebbe di un infermiere ogni 500 pazienti: 30mila professionisti dedicati che eviterebbero il fai-da-te e l’aiuto di figure non qualificate in assistenza e cure cliniche che spesso riempie i pronto soccorso.

Nella realtà italiana odierna, sono numerosi gli infermieri che decidono di esercitare l’attività libero professionale. È indispensabile quindi informare i colleghi e, in particolar modo, gli infermieri neulaureati.

Nell’effettuare la propria scelta, l’infermiere, dovrà valutare non solo le esigenze organizzative personali, ma soprattutto quelle del servizio che vorrà offrire.

Dietro ad una scelta di esercizio in forma individuale, si potrà dedurre la volontà del professionista di attuare un’organizzazione semplice di tipo imprenditoriale, interloquendo direttamente con il cliente, ma che nel contempo dovrà possedere un bagaglio esperienziale professionale importante.

Dietro alla scelta di esercizio in forma aggregata, si potrà dedurre invece l’orientamento a inserirsi in un’organizzazione anche complessa, che potrà garantire alcuni vantaggi, quali: la possibilità di ripartizione dei costi, la condivisione di spazi e strumenti, la disponibilità di diversi professionisti e di diverse professionalità con specifiche skills, la realizzazione di una migliore gestione d’incarichi, che richiedano continuità assistenziale sul lungo periodo, anche con casi di elevata complessità.

Ma quali sono i passi da fare?

In forma individuale l’infermiere notifica all’Ordine provinciale ove è iscritto l’inizio dell’attività professionale entro 30 giorni, trasmettendo:

  • scheda anagrafica aggiornata, comprensiva di indirizzo di Posta Elettronica Certificata –

PEC – (articolo 16 comma 7 D.L. 185/2008);

  • copia del certificato di attribuzione della partita IVA, il cui codice ATECO 2007 deve essere

869029, ove esistente;

  • numero di attribuzione del codice di fatturazione elettronica (Codice Univoco);

  • copia della domanda d’iscrizione all’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza della

Professione Infermieristica (ENPAPI);

  • recapito professionale e indicazione dell’eventuale ambulatorio/studio.

Ogni variazione dei riferimenti professionali o di natura fiscale, compresa l’eventuale cessazione dell’attività, dovrà essere comunicata all’Ordine provinciale entro 30 giorni dall’avvenuta modificazione.

L’esercizio della libera professione in forma aggregata tra più professionisti, può garantire una risposta assistenziale continuativa, complessa e prolungata nel tempo, anche rivolta a più assistiti contemporaneamente.

In tale contesto, vista la presenza di più professionisti, possono essere inseriti in maniera sicura ed efficace infermieri neolaureati, al fine di guidarli nell’esercizio libero professionale e nell’acquisizione di esperienza e competenze.

L’esercizio in forma aggregata, viene svolto nel pieno rispetto delle norme civilistiche, fiscali e previdenziali ed in conformità a quanto previsto dalla Legge per le forme aggregative adottate.

Le forme previste in aggregazione sono:

•Studio Associato;

•Cooperativa Sociale;

•Società tra Professionisti.

Principali adempimenti per l’esercizio libero professionale

  • Iscrizione all’Albo professionale

L’iscrizione all’Albo professionale da parte dell’infermiere, oltre che obbligatoria ai sensi della Legge 3/2018 è necessaria anche allo scopo di godere del regime di esenzione IVA, di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633.

L’iscrizione deve essere effettuata presso l’Ordine provinciale di appartenenza il quale, valutata la veridicità degli atti e della domanda, provvede all’iscrizione.

  • Domanda per la pubblicità sanitaria

La domanda per l’autorizzazione alla pubblicità sanitaria dovrà essere inoltrata all’Ordine di appartenenza dell’infermiere libero professionista.

  • Adempimenti relativi alla Partita IVA

L’infermiere libero professionista dovrà aprire la partita IVA quando svolge la sua attività professionale in via abituale e in maniera continuativa.

Come si apre la Partita Iva?

  • Collegarsi al sito www.agenziaentrate.gov.it;

  • Scaricare e compilare correttamente il modello AA9/11 (utilizzato dalle persone fisiche per aprire la partita IVA, comunicare la variazione dati: es. cambio indirizzo residenza o cessazione attività).

Per i soggetti diversi (società e studi) invece è il modello AA7/10;

  • Spedire il modello compilato, firmato, corredato da documento di identità con raccomandata A/R o presentarsi all’ufficio IVA di competenza entro e non oltre 30 giorni dall’inizio attività.

Si consiglia di avvalersi di un intermediario abilitato (commercialista, tributarista, associazioni di categoria);

  • Ottenere il codice per la fatturazione elettronica: per questo sono disponibili diversi software in commercio.

Al momento dell’apertura della partita IVA il professionista sanitario dovrà optare per la scelta del regime fiscale al quale vuole aderire:

  • Regime fiscale ordinario in cui sarà soggetto alle aliquote IRPEF vigenti;

  • Regime fiscale agevolato secondo quanto previsto dalle normative fiscali.

Emissione Fatture

Il professionista singolo, una volta che ha ottenuto dall’Agenzia dell’Entrate il numero di partita IVA ed il numero di codice per la fatturazione elettronica potrà iniziare a fatturare le proprie prestazioni di servizi effettuati nei confronti del committente. I dati obbligatori da inserire nella parcella del professionista.

Per assicurare la tutela previdenziale obbligatoria in favore degli infermieri, assistenti sanitari, vigilatrici d’infanzia, che esercitano l’attività in forma libero professionale, è stato istituito il 24 marzo 1998 con Decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, emanato di concerto con il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, a seguito del Decreto Legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica (ENPAPI).

L’infermiere che eserciti in modalità diverse da quella subordinata deve inviare all’Ente entro sessanta giorni dalla data di inizio dell’attività libero professionale la domanda di iscrizione. Dalla data di decorrenza dell’iscrizione (coincidente con la data di inizio attività), l’iscritto comincia a maturare i requisiti necessari per acquisire il diritto a ricevere le prestazioni previdenziali ed assistenziali erogate dall’Ente e ha l’obbligo di versare i contributi, suddivisi in contributo soggettivo, integrativo e di maternità e di trasmettere annualmente le dichiarazioni reddituali.

ENPAPI eroga prestazioni pensionistiche di vecchiaia, invalidità, inabilità e superstiti (reversibilità ed indirette), calcolate con il sistema contributivo.

Adempimenti fiscali

Nell’anno successivo all’inizio dell’attività (es. inizio 2013 – quindi 2014) il professionista dovrà effettuare la dichiarazione dei redditi in via telematica detta “UNICO”.

Il reddito imponibile ai fini fiscali viene calcolato sui compensi ricevuti e sui costi sostenuti inerenti all’ attività dell’anno in questione. Poi in seguito alle leggi vigenti e ai regimi fiscali scelti verranno calcolate le imposte da pagare all’erario.

Adempimenti assicurativi

Esiste l’obbligo anche per i liberi professionisti di stipulare una polizza assicurativa per i rischi derivanti dalla propria attività. Si ritiene opportuno sottolineare alcune caratteristiche della polizza che il professionista dovrà contrarre, nello specifico per quanto riguarda la copertura di colpa e colpa grave:

  • Massimale adeguato, in considerazione dell’alto valore del bene salute leso;

  • Presenza della cosiddetta “clausola postuma”, che prevede la copertura anche a polizza cessata dei sinistri accaduti nel periodo di copertura;

  • Specificazione dell’ambito di attività/specializzazione del professionista, in modo che sia messa in chiaro l’entità del rischio che l’assicuratore va a coprire;

  • Estensione della copertura anche al danno erariale, per quei professionisti che operano presso pubbliche amministrazioni.

Ulteriormente, è consigliabile contrarre una polizza assicurativa personale che copra il professionista dal rischio d’infortuni o comunque da eventi che possano impedire l’attività lavorativa (es. polizza da ricovero ospedaliero, ecc.).

In linea generale si consiglia vivamente di ricorrere al supporto di commercialisti specializzati nel settore sanitario, data la complessità, variabilità e delicatezza delle normative fiscali e previdenziali.

Fonte: Infermieristicamente.it del 14/02/2023 a cura di Isabella la Puma

Tratto dal “Vademecum della libera professione infermieristica”, rev 2020