Nuove Notizie

Professione infermieristica e questione femminile. Vittime dello stereotipo della ‘vocazione’

In un recente articolo infermieristicaMente ha toccato una delle argomentazioni irrisolte della professione infermieristica cioè l’ immagine che ha ancora l’infermiere all’interno della società (Gli infermieri? Ecco come vengono visti ).  Quello che si deduce da questo articolo e dalle analisi è che la professione infermieristica viene ancora vista come una professione vocazionale ed esclusivamente femminile (…  e molto altro ne consiglio la lettura!).

La cosa non stupisce se tra le frasi che ancora oggi sono attualissime troviamo:

“Ogni donna, o quasi ogni donna, nel corso della propria vita, prima o poi deve farsi carico della salute di qualcuno. Ogni donna è un’infermiera”.

Citazione o aforisma?!?! No! … “Notes of Nursing” nella sua prefazione, uno dei “testi sacri” delle infermiere di tutto il mondo ancora ai nostri giorni. Sicuramente poco attuale, ma questo è solo il mio pensiero, visto che è un testo la cui prima pubblicazione risale al 1858 e scritto direttamente da Florence Nightingale che, per quanto sia la nostra fondatrice a cui dobbiamo tanto, porta con sé proprio quell’immagine di infermiere non legato ad una professionalità del ruolo ma ad una natura missionaria.

Tuttavia la storia dell’infermieristica in generale porta con sé l’immagine della donna come prescelta per natura a svolgere questa professione.

Dalla storiografia infatti emerge come il fascismo abbia enfatizzato l’immagine dell’infermiera signorina veicolata in origine dall’opera di Florence Nightingale (De Paola, 2015). In particolare, “[…] la naturale predisposizione della donna a essere infermiera diventò un fattore determinante nell’impostazione data alle scuole di preparazione professionale nate sul suo esempio […]” (Fiumi, 1993).

Importante sottolineare come in questo periodo ci fu una spartizione della figura maschile dell’assistenza e la costruzione di un’immagine infermieristica legata a valori e prerogative femminili:

la donna idealmente è madre prima di essere tale naturalmente. Madre per i figli, per i fratelli, per gli infermi […]” Giovanni Gentile.

Questa spartizione non fu solo dettata dal voler idealizzare la donna sotto questi parametri ma anche per problematiche di natura economica. La presenza delle donne tamponò un periodo di grave crisi economica ospedaliera originata dalla guerra e a un COSTO INFERIORE!

Alla luce di quanto detto, nonostante le lotte e la crescita nel campo della formazione, non stupisce che la nostra professione sia ancora così additata da parole legate, non all’idea di professione, ma all’ associazione con un’immagine femminile arcaica.

Se la parola professione viene definita come “attività intellettuale per l’esercizio della quale sia richiesta la laurea o una particolare abilitazione”, la professione infermieristica risente ancora di uno stigma legato alla sua storia, ad una natura da cui forse è nata ma che non esiste più e dalle ancora aperte questioni femminili per cui ancora si lotta.

So che questa affermazione potrà risultare molto femminista e forse lo è, ma la nostra professione deve fare i conti con immagine che è spesso associata ad una vecchia visione di donna che si prodiga al prossimo perché spinta da una propensione ad occuparsi degli altri insita nel suo DNA, perché è questa la sua natura! Immagine che si allontana non poco dall’intraprendere questa strada per scelta professionale!

Anche l’accademia della crusca ci dà il suo contributo. Infatti, alla pari di tante professioni per cui ancora di dibatte in quanto non esiste il genere femminile, esiste quello di “infermiera”. L’ esistenza del genere grammaticale femminile della nostra professione è legato non a ragioni di tipo linguistico ma culturale. Il termine infermiera esiste perché è sempre stata considerata una professione che poteva e può essere svolta da una donna.

Detto questo non ho con me grandi studi alla mano o soluzioni al problema ma solo ciò che la storia ci insegna… Cari infermieri riflettiamo perché le domande sul nostro futuro sono molte e alcune risposte stanno proprio in una questione femminile ancora aperta e che merita la giusta attenzione.

 

Fonte: Infermieristicamente.it del 14/03/23 a cura di Gemma Maria Riboldi.