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Voucher per gli infermieri? No grazie

Nessuna tra le cooperative private che erogano assistenza e gestiscono diverse strutture si è minimamente preoccupata della Circolare dell’ENPAPI n.20/2016, pubblicata lo scorso luglio e che chiariva l’illegittimità tramite voucher delle prestazioni svolte nell’ambito dell’esercizio della professione infermieristica. Un principio stabilito anche dalla Direzione Territoriale di Belluno il 14/07/16….” la remunerazione con voucher non potrà riguardare le prestazioni professionali realizzate da operatori che siano assoggettati alla disciplina del versamento obbligatorio a gestioni previdenziali tenute da istituite Casse Professionali”.

L’INPS ha dichiarato nel 2016 di aver stanziato 134 milioni di buoni lavoro, di questi una buona percentuale sono stati impiegati per retribuire il lavoro di molti infermieri neo-laureati. Sono molti i colleghi che ci informano di aver dovuto accettare i voucher, magari dichiarando di svolgere mansioni diverse da quelle infermieristiche realmente prestate.

La Corte Costituzionale l’11 gennaio ha motivato l’ammissibilità del referendum sull’abrogazione dei voucher spiegando che i buoni lavoro da 10 euro, il cui utilizzo è stato progressivamente allargato dai governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi, sono diventati uno strumento “alternativo a tipologie regolate da altri istituti giuslavoristici e quindi non necessario”. Quello sull’articolo 18 è stato invece dichiarato inammissibile perché “manipola il testo per ottenere una norma diversa da quella originaria”.

Sulla questione voucher, il dibattito all’interno del sindacato è acceso. La CISL e la UIL, preferiscono insieme al governo, una modifica alla regolamentazione delle prestazioni occasionali contenuta nella legge Biagi del 2003, che limiti la distribuzione dei voucher, ma non la loro totale abrogazione, in quanto è considerato uno strumento utile ad arginare il lavoro nero. Queste le posizioni emerse all’audizione con i sindacati in commissione lavoro alla camera dove sono state presentate ben 8 proposte di revisione della legge sul lavoro accessorio. Allo studio del governo le modifiche del jobs act,  per scongiurare il referendum, i principali contenuti:

  • Fissare una percentuale oraria di utilizzo dei voucher non superiore al 5 -10%, rispetto al totale delle ore lavorate.
  • Divieto assoluto dei voucher nel settore edile.

Misure deboli che certamente non arginano strumenti che hanno facilitato e incrementato la precarizzazione del lavoro, rendendo “legale”, ciò che prima era considerato lavoro nero. Infatti dal 2015 l’incremento dei voucher è stato + 23,9% e il precariato infermieristico ha subito un ulteriore danno dall’utilizzo dei voucher, le possibilità di contratto si sono ridotte, i professionisti infermieri sono stati di frequente costretti ad accettare queste retribuzioni. Il sistema dei voucher falsa e legittima il demansionamento professionale, le aziende private hanno troppa discrezionalità nel plasmare con modalità “ regolamentate” ciò che è palesemente indignitoso per i professionisti infermieri. L’abrogazione del precariato, questa è la comune battaglia che le rappresentanze sindacali dovrebbero porsi come obiettivo.

Fonti

http://www.corriere.it/

http://www.ilsole24ore.com/

circolare20ENPAPI.pdf